La Riforma del Mondo Sportivo e degli Enti del Terzo Settore: ASD APS Vantaggi e Svantaggi
Negli ultimi anni, il panorama normativo italiano ha assistito a significative trasformazioni riguardanti sia il settore sportivo che il Terzo Settore. Queste riforme mirano a modernizzare e rendere più efficiente la gestione delle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) e degli enti del Terzo Settore (APS), promuovendo una maggiore trasparenza e sostenibilità.
La Riforma del Terzo Settore
La Riforma del Terzo Settore, avviata con il Decreto Legislativo 117/2017, noto come Codice del Terzo Settore (CTS), ha l’obiettivo di riordinare e valorizzare le attività svolte dagli enti non profit in Italia. Essa definisce le tipologie di enti che possono rientrare nel Terzo Settore e le attività di interesse generale che possono svolgere.
Tipologie di Enti del Terzo Settore
Secondo l’articolo 4 del CTS, gli enti del Terzo Settore includono:
- Organizzazioni di volontariato (ODV)
- Associazioni di promozione sociale (APS)
- Enti filantropici
- Imprese sociali, incluse le cooperative sociali
- Reti associative
- Società di mutuo soccorso
- Altri enti privati con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale
Attività di Interesse Generale
L’articolo 5 del CTS elenca le attività di interesse generale che gli ETS possono svolgere, tra cui:
- Interventi e servizi sociali
- Educazione, istruzione e formazione professionale
- Tutela dell’ambiente e dell’ecosistema
- Interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio
- Organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale
La Riforma dello Sport
La Riforma dello Sport, introdotta con il Decreto Legislativo 36/2021, mira a riorganizzare le disposizioni relative agli enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché a disciplinare il lavoro sportivo. L’obiettivo è garantire una gestione più efficiente e trasparente delle attività sportive in Italia.
Principali Novità
Le principali novità introdotte dalla riforma includono:
Definizione di “lavoratore sportivo”: Viene introdotta una chiara definizione di lavoratore sportivo, includendo sia gli atleti che gli allenatori, i direttori tecnici, i direttori sportivi e preparatori atletici che svolgono attività verso un corrispettivo.
Disciplina del rapporto di lavoro: Si stabiliscono le modalità di instaurazione dei rapporti di lavoro nel settore sportivo, distinguendo tra lavoro autonomo, subordinato e collaborazioni coordinate e continuative.
Abolizione del vincolo sportivo: Viene eliminato il vincolo che legava l’atleta a una società sportiva per un determinato periodo, favorendo una maggiore libertà contrattuale.
Armonizzazione con il Codice del Terzo Settore: Si promuove una maggiore integrazione tra le disposizioni della riforma dello sport e quelle del CTS, facilitando la possibilità per le ASD di assumere la qualifica di APS.
Implicazioni per le Associazioni Sportive Dilettantistiche
Scelta tra ASD e APS
Le Associazioni Sportive Dilettantistiche hanno la possibilità di iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) come Associazioni di Promozione Sociale (APS), a condizione che rispettino i requisiti previsti dal CTS. Tuttavia, questa scelta comporta una valutazione attenta delle implicazioni fiscali e organizzative.
Integrazione tra Riforma dello Sport e Terzo Settore
Le due riforme presentano punti di contatto significativi, soprattutto per quanto riguarda le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) che possono scegliere di assumere la qualifica di Enti del Terzo Settore (APS). Questa scelta comporta una serie di implicazioni sia a livello organizzativo che fiscale.
Vantaggi e Svantaggi per le ASD nell’Aderire al Terzo Settore
Vantaggi:
- Accesso a Fondi Pubblici: Le ASD qualificate anche come APS possono accedere a specifici fondi e contributi pubblici destinati al Terzo Settore.
- Agevolazioni Fiscali: Beneficiano di particolari esenzioni e riduzioni fiscali previste per gli APS.
Svantaggi:
- Maggiore Burocrazia: L’adesione al Terzo Settore comporta l’obbligo di rispettare una serie di adempimenti burocratici e amministrativi aggiuntivi.
- Limitazioni nelle Attività Commerciali: Le APS devono garantire che le attività diverse da quelle di interesse generale non superino il 30% delle entrate complessive dell’ente o il 66% dei costi complessivi, come previsto dall’articolo 6 del CTS. Questo limite è fondamentale per mantenere la qualifica di APS e beneficiare delle relative agevolazioni fiscali.
Le ASD che operano esclusivamente in ambito sportivo, invece, traggono generalmente più benefici rimanendo nel regime sportivo dilettantistico, grazie alle minori restrizioni burocratiche e alle agevolazioni fiscali più vantaggiose.
Adeguamenti Statutari
Le ASD che intendono trasformarsi in APS devono adeguare i propri statuti per conformarsi alle disposizioni del CTS. È essenziale inserire clausole specifiche riguardanti:
- L’assenza di scopo di lucro
- Le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale
- Le modalità di svolgimento delle attività di interesse generale
- Le norme sull’ammissione e i diritti degli associati
- Le modalità di approvazione del bilancio
Le riforme del Terzo Settore e dello Sport rappresentano un’opportunità per le associazioni sportive dilettantistiche di rivedere la propria struttura organizzativa e fiscale, al fine di beneficiare delle nuove disposizioni normative.
Tuttavia, è fondamentale effettuare una valutazione approfondita delle implicazioni derivanti dall’adesione al Terzo Settore, considerando sia gli aspetti fiscali che quelli organizzativi. Un’adeguata consulenza legale e fiscale è consigliata per orientarsi al meglio in questo complesso panorama normativo.
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